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Linea di massima resistenza-Castello di Meda

Il Castello di Meda e la linea di massima resistenza durante la Straféxpedition imperiale e dopo la successiva controffensiva italiana.

Linea di massima resistenza-Castello di Meda

Dopo la riconquista austro-ungarica del Cimone, nel settore Astico-Posina, la linea difensiva austro-ungarica si stabilizzò definitivamente sulla Winterstellung (linea invernale), scavata dal margine orientale del versante nord della Val d’Assa a quello sinistro dell’alta Val Posina, le cui principali posizioni ritenute inespugnabili erano costituite dai monti Cimone, Seluggio e Maio. Dall’autunno del 1916, entrambi gli eserciti impiegarono le proprie truppe per rafforzare ulteriormente le rispettive sistemazioni difensive, scavando numerose postazioni in caverna e ricoveri sotterranei. In tale periodo, il Genio militare italiano realizzò una seconda linea, di massima resistenza, completata nella primavera del 1917, che iniziava scendendo dal Pasubio, seguiva le creste che delimitavano il versante destro della Val Posina raggiungendo il Monte Summano; da quest’ultimo scendeva a valle lungo Costa La Rancina, attraversava in direzione nord-est il torrente Astico in corrispondenza del Castello di Meda, percorreva le campagne di Cogollo per poi risalire sul Monte Cengio, collegandosi quindi a Punta Corbin e continuando infine lungo il ciglio meridionale della Val d’Assa. Dopo gli attacchi austriaci della Straféxpetition che minacciavano la pianura vicentina, la 1ª Armata italiana aveva iniziato un lavoro febbrile per realizzare una linea difensiva di resistenza ad oltranza: tra Arsiero e Piovene, quattro linee trincerate successive attraversavano la campagna e collegavano le posizioni difensive del versante est del Priaforà e del Summano con quelle della fascia meridionale dell’Altopiano dei Sette Comuni. Il castello di Meda era stato trasformato in un robusto caposaldo con numerose postazioni in caverna e gallerie per artiglierie, frutto degli ingenti scavi resi possibili dall’importante cantiere di Meda, che contava su una teleferica del tipo “Vai e Vieni”, senza motore, sulla preziosa presenza di acqua con la sorgente detta “Fontana”, su di un impianto per la produzione di aria compressa posizionato all’interno di una baracca mascherata da abitazione civile. L’impianto era azionato da motore ad olio combustibile e collegato tramite una lunga rete di tubi in ferro, che trasportavano l’aria compressa alle sommità del Castello e del Monte Summano.

ZONA PRINCIPALE DI RESISTENZA.
Linea M. Cengio – Ronchi Alti – Ca’ della Forcella – Schiri – Seghe di Velo – Villa Velo – Campo Bagolo – M. Brazome (sbarramento delle 3 Bocchette).

ZONA DI RESISTENZA ARRETRATA
Linea strada del Costo (q. 498) – Follon – Astico – Meda.
Linea Chiuppano – Rocchette – C. Priare – Costa la Roncina – M. Summano – Poggio Gorlini – S. Ulderico.
Fonti: ricerche Studio Avvi. Relazione del 28/02/1917, X° CORPO D’ARMATA.
“1915-1918 Memorie della Grande Guerra” a cura di Luigi Cortelletti. Storico Siro Offelli.

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Indirizzo: via Meda di Sopra, Meda di Velo d’Astico
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