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Ponteposta

Ponteposta: la prima curazia di Brancafora, la chiesa nuova e il passaggio di Carlo d’Asburgo durante la Grande Guerra.

Ponteposta

L’origine etimologica di questo nome si collega al ponte che collegava gli Scàlzeri (abitato fino al 1918 austriaco) con la frazione di Pòsta di Lastebasse, detta anche Pònteposta che significava appunto “ponte (che conduce a) Pòsta”. Il toponimo pertanto è un esempio curioso, ma non molto raro, di un nome che inizialmente indica un luogo (il ponte) e che con l’andare del tempo e il consolidarsi dell’uso nel parlato viene ad indicare un luogo diverso dall’originario, ossia in questo caso non più solo un ponte, ma un’intera contrada. Il nome “alla Pòsta” o “Pòsta” indica, invece, la posta del legname, ossia l’accatastamento lungo il fiume Astico dei tronchi in attesa di essere trasportati, senza alcun riferimento al servizio postale come viene a volte inteso.

In occasione della prima visita pastorale nel 1647 si parla della Chiesa alla Posta di Lastebasse, costruita nel 1625 e definita nei documenti come “chiesa campestre”, ossia una cappella eretta per agevolare i fedeli, soprattutto quelli che abitavano nei posti meno agevoli come gli abitanti di Montepiano, molto lontani dalla parrocchia di Brancafora. Inoltre va ricordato che all’epoca Brancafora era nel principato di Trento, pertanto l’Astico e la Tora facevano da confine di stato, dividendola dal “il dominio Veneto” alla destra dove appunto era stata costruita la nuova chiesa.

Inizialmente dedicata a San Vincenzo, venne poi intitolata al fondatore della chiesa di Padova, San Prosdocimo. Era una chiesa povera, con un altare di pietra sopra cui si trovava un’immagine di Maria Assunta e senza paramenti di alcun genere, questi portati dai cappellani o parroci quando si spostavano da Brancafora per le celebrazioni.

(Foto)

Il 24 giugno 1916, l’arciduca Carlo d’Asburgo, nipote di Francesco Giuseppe, che per la sua profonda fede venne poi beatificato da Giovanni Paolo II nel 2004 in Piazza San Pietro a Roma, viene immortalato mentre siede davanti alla chiesa di Ponteposta dove si era fermato a pregare. Al suo fianco il cognato, principe Renè di Parma, sottotenente del 15° Rgt. Dragoni: i due stavano tornando in auto a Folgaria dopo l’ultima visita al comando della divisione austriaca in Val d’Astico. L’offensiva di maggio aveva ormai esaurito il suo slancio iniziale e l’avanzamento verso la conquista della pianura veneta subiva le prime battute d’arresto.

Fonti

Le nostre radici, Brancafora di Alberto Carotta, La Serenissima, 1997.

I nomi parlano, Alberto Baldassari, Publistampa Arti Grafiche, 2004.

La Grande Guerra nella Valle dell’Astico, Delmo Stenghele, Stamperia Stenghele, 2010.

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Indirizzo: SP 350, Ponteposta
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