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Linea di massima resistenza-Meda-Curegno

Castello di Meda e Poggio Curegno: due postazioni di vedetta straordinarie usate per controllare l’imbocco alle valli e il transito verso il Trentino.

Linea di massima resistenza-Meda-Curegno

La denominazione ‘Castello’ (di Meda) fa pensare a ruderi di una simile struttura, tuttavia sulla cima non vi sono tracce di fortificazioni. Il sito fu sicuramente occupato, per assicurare il controllo dell’importante via di transito tra gli altipiani trentini e la pianura dell’alto vicentino, già in epoca preistorica (Età del Bronzo). Molto probabilmente, risale all’epoca Tardoromana (III –IV sec.d.C.) la più antica fase fortificata del colle. Più certe invece le tracce riguardanti il medioevo, quando le vallate erano costellate di fortificazioni. Un atto pubblico del 1202 per la definizione dei confini di Arsiero dice: “i signori di Arsiero, di Cogollo e di Velo, sentenziarono che il Comune di Arsiero potesse esercitare i propri diritti dentro ai suddetti torrenti e confini: (…) nel letto dell’Astico fino a Campo Marzo, sotto al Castro Mede [Castel Meda] …”. Nel 1223 il Catello di Meda divenne il luogo scelto per il “ritiro penitenziale” di Ezzelino II, che dopo aver diviso i suoi beni tra i due figli, si stabilì a Meda probabilmente con lo scopo di vigilare sui predomini della famiglia, essendo la rocca in una posizione strategica che costituiva un formidabile osservatorio sull’imbocco della Val d’Astico. Anche il Caldogno, Provveditore ai Confini della Serenissima ed esperto militare, capì quello che si sapeva da secoli, ossia che il Castello era un formidabile posto di controllo sulla sottostante strada che scendeva dai territori Tirolesi. Strada interessata più ai transiti commerciali, molto vivaci tra l’area di Thiene e di Rovereto, che alla discesa di minacciosi eserciti invasori. Solo durante il primo conflitto mondiale il Castello, insieme a Poggio Curegno, diventano avamposti militari strategici: sede di un cantiere molto importante il primo, di trincee collegate a ricoveri blindati per la protezione durante i bombardamenti dei soldati impegnati nelle batterie a difesa della prima linea italiana, il secondo. Durante l’offensiva austro-ungarica della Primavera del 1916, Poggio Curegno diventa anche teatro dell’atto di eroismo del capitano di artiglieria Antonio Trua, che perde la vita e a cui viene pertanto conferita la Medaglia d’oro al Valor Militare.

Fonti: ricerche svolte dallo Studio Avvi e dallo storico Luigi Cortelletti e Michele Busato.
Storie di Confine, Tarciso Bellò, La Serenissima, 2006.

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Indirizzo: ciclabile Arsiero-Piovene, Meda di Velo d’Astico
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