Le opere di difesa progettate per la seconda linea di resistenza e per la linea arretrata prevedevano la realizzazione di trincee, gallerie in roccia e postazioni per artiglieria in caverna, il tutto da realizzarsi in brevissimo tempo. Era quindi necessario predisporre un impianto che consentisse il funzionamento simultaneo di più martelli perforatori operanti tra il Castello di Meda e il versante del M. Summano.
Venne realizzata una baracca in legno, mascherata da abitazione civile per non essere individuata dai nemici. All’interno venne installato un complesso impianto per la produzione di aria compressa azionato da motore ad olio combustibile, impianto che collegato ad una lunga rete
di tubi in ferro consentiva il trasporto dell’aria compressa sulla sommità del Castello di Meda e Verso il Monte Summano.
L’impianto consta di una stazione generatrice situata in Meda, costituita da un motore Diesel ad olio pesante della potenzialità di 150 HP. 185 giri al min., 3 cilindri verticali, azionante a mezzo puleggia e cinghia un compressore orizzontale, a due cilindri, della ditta Ingersoll Rand & C°, 150 giri al min. con una erogazione d’aria di 20000 litri al min. Alla pressione di 7 Atmosfere.
Potenza assorbita a pieno carico a detta pressione 127 HP.
Dall’impianto si diparte a mezzo di appositi serbatoi una tubazione di distribuzione principale in tubo di ferro a vite e manicotto da 3” di luce con due derivazioni, di cui una diretta al Castello di Meda mentre l’altra risale il rovescio di Costa la Roncina – 31 luglio 1917.
Complessivamente furono installati metri lineari 3595 di tubazioni in ferro di vari diametri. Subito dopo la fine della guerra, tra il 1920 ed il 1922, la baracca che ospitò l’impianto del compressore venne ristrutturata, pur mantenendo la sagoma originaria, e trasformata in edificio scolastico della frazione di Meda.
Sulla facciata dell’edificio scolastico venne affissa la lapide a ricordo dei caduti di Meda.
(Fonte ISCAG – Roma, ricerca condotta da AVVI studio associato)
