Grande Guerra
Anno 1916, tempi cupi di guerra, sulla linea di massima resistenza si infrangono le ondate della fanteria nemica, le poche cose su un carretto e via, profughi in capo ad una notte… oggi un Museo a cielo aperto ci invita a ricordare quel sacrificio lungo le memorie e le tracce lasciate dall’opera dei soldati.
Dopo la riconquista austro-ungarica del Cimone, nel settore Astico-Posina, la linea difensiva si stabilizzò definitivamente sulla Winterstellung (linea invernale), scavata dal margine orientale del versante nord della Val d’Assa a quello sinistro dell’alta Val Posina, le cui principali posizioni ritenute inespugnabili erano costituite dai monti Cimone, Seluggio e Maio. Dall’autunno del 1916, entrambi gli eserciti impiegarono le proprie truppe per rafforzare ulteriormente le rispettive sistemazioni difensive, scavando numerose postazioni in caverna e ricoveri sotterranei. In tale periodo, il Genio militare italiano realizzò una seconda linea, di massima resistenza, completata nella primavera del 1917, che iniziava scendendo dal Pasubio, seguiva le creste che delimitavano il versante destro della Val Posina raggiungendo il Monte Summano; da quest’ultimo scendeva a valle lungo Costa La Rancina, attraversava in direzione nord-est il torrente Astico in corrispondenza del Castello di Meda, percorreva le campagne di Cogollo per poi risalire sul Monte Cengio, collegandosi quindi a Punta Corbin e continuando infine lungo il ciglio meridionale della Val d’Assa.